La Camera ha approvato l’articolo 2 della Delega Fiscale per la riforma del Catasto.
Si dovranno individuare “immobili-tipo” a cui applicare un algoritmo con delle variabili per poi personalizzare il valore patrimoniale.
Si partirà dal valore del metro quadro, attribuito dall’Omi (Osservatorio Immobiliare dell’Agenzia del Territorio), non più dal numero dei vani, a cui si aggiungeranno coefficienti relativi all’anno di costruzione, le scale, il piano, l’esposizione, l’ascensore, il riscaldamento autonomo o centralizzato…
Si creeranno delle microzone e si dovranno modernizzare vani, classi e categorie.
La posizione sarà determinante, così finalmente gli edifici storici in centro non saranno più accatastati come popolari.
Ci saranno dei meccanismi di adeguamento periodico, tenendo conto dell’andamento del mercato e si farà riferimento al criterio reddituale.
Insomma, bisognerà rivedere 60 milioni di unità immobiliari, un bel lavoro che spetterà ai Comuni e alle Agenzie delle Entrate.