E’ apparso di recente su DeskMag un bell’articolo sugli “stereotipi del coworking”, che ci ha fatto riflettere su come, anche nel nostro piccolo Cowo milanese, incontriamo spesso idee un po’ sconclusionate sul coworking.
Eccone qualcuna, tra quelle che abbiamo incontrato:
- Il coworking deve costare poco, pochissimo, e fornire – oltre alla postazione e al wi-fi – una linea telefonica dedicata, accesso 24/7 , una targa sulla porta e sul citofono, possibilmente la libertà di portare mobili da casa, nonché di prestare la scrivania alla fidanzata/o
- Il coworking presuppone che la stessa scrivania possa essere condivisa in 6 persone, a orari diversi
- Il coworking significa conoscere gente bravissima tutti i giorni, che ti regala del lavoro per fondare la prossima Google, nella settimana entrante
- Il coworking, in Italia, è molto indietro rispetto al resto del mondo (anzi: rispetto ai “paesi nordici”)
- Il coworking non è adatto a chi fa un lavoro “normale”
Per fortuna, chi la pensa così è una piccola minoranza di persone, mentre qui da noi e negli spazi Cowo che conosciamo, il coworking è un’attività molto diversa da quella descritta in questa serie di punti.
Giustamente infatti, l’articolo che abbiamo citato, riporta come gli stereotipi del coworking vengano da…
… non-coworker 😉