E’ da tanti anni (ben sette!) che facciamo Coworking, condividendo i nostri spazi di lavoro con professionisti di ogni estrazione e background, attivi nei settori più disparati e con le attitudini più diverse: un’esperienza incredibilmente interessante, che continua a rendere migliori le nostre giornate di lavoro.
E anche – speriamo – quella di tanti Coworker che hanno lavorato nei nostri spazi.
In tutto questo, all’interno del nostro Cowo®, la piccola-grande star della situazione è lei, il luogo che ogni coworker sente come suo, la personale trincea di ogni battaglia professionale quotidiana, il posto da cui partire ogni mattina verso una proficua giornata di lavoro: la postazione.
Chissà se qualcuno ha già scritto un saggio su cosa rappresenta la scrivania per un coworker… forse sì, ma noi non lo sappiamo.
E non vogliamo certo scrivere un saggio!
Desideriamo condividere solo le nostre osservazioni, dal punto di vista di chi ha aperto le porte del proprio ufficio alla community professionale nel 2010, e non ha mai smesso, da allora, di proporre un’esperienza un po’ speciale, di condivisione ufficio e… vita.
Forse possono essere dei buoni spunti di riflessione per chi si avvicina a questa scelta.
1 – Una postazione di lavoro è la casa del nostro impegno lavorativo
Non scherziamo: nel Coworking, la postazione di lavoro è IL luogo, LA situazione: da qui tutto inizia e tutto finisce, il lavoro di ognuno ha la sua base qui (interessante notare che non molti anni fa queste cose si potevano dire solo degli uffici, intesi come luoghi completi, ora – grazie al Coworking – si possono affermare anche di una semplice scrivania).
2 – Siamo in condivisione, ma questo è il mio spazio
Un Cowo® è uno spazio condiviso: siamo in diversi, condividiamo giornate, chiacchiere e caffè (e talvolta progetti), viviamo insieme i momenti lavorativi… ma c’è una piccola isola individuale, in questo mondo “shared”: un piccolo-grande territorio personale. La mia scrivania.
3 – Mi casa su casa
E comunque sia, se un collega coworker ha bisogno di appoggiarsi un momento, l’ospitalità fa parte della gestione della postazione. Magari con un caffè, offerto per ringraziare.
4 – Dimmi come lasci il desk e ti dirò chi sei
Noi che ne abbiamo viste tante, riconosciamo lo stile di lavoro di un Coworker da come lascia la scrivania la sera: il creativo, il pazzoide, il razionale, l’emotivo, lo sciattone, il distratto.
Per non sbagliare, dopo molti anni, ora chiediamo che vengano lasciate… come si vorrebbe trovarle al mattino, quando si inizia ad “interpretarle” con il proprio stile!
5 – A volte ritornano
Una delle cose più gradevoli che abbiamo visto succedere, è il ritorno di Coworker che erano con noi anni fa… e sapete perché la cosa ci piace così tanto?
Perché quasi sempre la richiesta è particolare, e denota l’attaccamento al proprio posticino, al proprio angolo di mondo… infatti ci domandano:
“Non mi fraintendete, il vostro Coworking è bello tutto, ma…
mi piacerebbe ritornare nella mia scrivania di 4 anni fa!”
In fondo, basta così poco per far contento un Coworker che ritorna!
Ecco, per ricollegarci al titolo, alcune scrivanie in Coworking sono meglio di altre perché… rispettano l’umanità dei Coworker – con i loro pregi, difetti e peculiarità.
E se non ci credete… beh, vi aspettiamo per una prova, così da potervi convincere: ci trovate nel centro di Milano, vicino a Piazzale Cadorna, in via Sant’Agnese 16 😉